Di recente ho letto alcuni articoli riguardo i neuroni spazzini di cui non immaginavo neanche l'esistenza. Sapevo che dormire, o farsi una bella dormitina, è da sempre considerato importante. Ma non sapevo che per eliminare scorie e sostanze tossiche dal cervello ci sono, appunto, i neuroni spazzini che intervengono nel sonno.
Ci vorrebbe una bella dormitina generale e aver cura del proprio cervello...
Per l'ascolto musicale vi propongo l'Ouverture dall'opera
"Il Signor Bruschino" di G. Rossini, molto divertente uno dei suoi capolavori nella sua vasta produzione. Noterete che ogni tanto gli orchestrali battono l'archetto a tempo sul leggio...
Ogni tanto ci vuole qualcosa che ci faccia sorridere...
L'altro giorno sono tornato a Genova a trovare dei parenti. Mentre camminavo nella zona dove abitavo ho visto la vetrina di un ferramenta con questa scritta (Eh! Eh! Eh!)
Per l'ascolto musicale qualcosa di allegro, vivace e divertente La Sinfonia No. 1 "La Classica" di S. Prokofiev (l'avevo già postata ma è sempre una scelta valida)
A conclusione del viaggio nella musica nei secoli il post di oggi è dedicato ad un grande coreografo che in precedenza è stato un ballerino: Maurice Béjart, di cui consiglio la visita del link ufficiale della sua ultima compagnia di danza e il link in italiano.
Nato a Marsiglia il primo gennaio del 1927 il suo vero nome era Maurice-Jean Berger, figlio del filosofo Gaston Berger, ma decise di utilizzare Béjart come nome d'arte che era il cognome della moglie di Moliere, attore commediografo e drammaturgo teatrale che Béjart considerava come un punto di riferimento. Amava la danza sin da giovane quando rimase affascinato da una coreografia di Serge Lifar un ex ballerino dei gloriosi Ballet Russes di Diaghilev. Béjart ha 14 anni quando debutta all'Opéra di Parigi e, successivamente, si esibisce insieme ad un altro importante coreografo francese Roland Petit.
Il suo esordio come coreografo avviene a Stoccolma nel 1951 ("L'Inconnu"), "L'Uccello di Fuoco" di I. Stravinskij e nel 1955 "Symphonie pour un homme seul" (composizione della tendenza contemporanea di musica concreta vedi anche questo link) andata in scena al Théatre de l'Etoile di Parigi da una partitura di Pierre Schaeffer e Pierre Henry. Il successo di pubblico e critica di questa sua creazione è l'inizio di un lungo percorso artistico e culturale che porterà Béjart e i suoi ballerini nel mondo.
Infatti nel 1960 viene notato da Maurice Huisman (foto di lato) Direttore del Théatre Royal de la Monnaie, che propone a Béjart di trasferirsi a Bruxelles. È così che inizia la nuova avventura di Béjart: nasce il Ballet du XXe Siècle. Con la sua compagnia metterà in scena per la prima volta il "Sacre du Printemps" di Stravinskij che entrerà nella storia della danza del dopo guerra, una creazione che girerà il mondo nel vero senso della parola attraverso le repliche nelle tournée, oltre al fatto che Béjart con la sua compagnia riuscirà ad avvicinare la danza al grande pubblico.
Inoltre, negli anni, dimostrerà tutte le sue doti di talent scout prendendo persone di qualsiasi nazionalità nella sua compagnia, ballerini la cui formazione classica sarà la componente indispensabile per le sue creazioni che poi si uniranno all'idea che Bèjart aveva della danza contemporanea.
A Bruxelles nel 1970 Béjart fonda due nuove scuole (per formare nuovi talenti della danza) che chiamerà Mudra (con riferimento alla gestualità delle mani nello Yoga) e Rudra (divinità dell'antico popolo dei Veda). Tanti sono i ballerini che si esibiranno con lui o nelle sue produzioni. Ne cito solo alcuni per brevità di spazio come Maguy Marin, Anna Teresa De Keersmaeker, Sylvie Guillem, Maya Plisetskaya e Jorge Donn (insieme nella foto qui sopra in un balletto di Béjart).
Fra il 1987 e il 1992 inizia una nuova avventura quando fondò la Scuola e Atelier Rudra a Losanna, che diventerà fondazione Béjart Ballet Losanna, con un nuovo percorso creativo, fatto di 50 nuove produzioni, che lui guiderà sino alla sua morte avventa a Losanna il 22 novembre 2007. Da quella data il ballerino e coreografo Gil Roman ha diretto la compagnia sino ai giorni nostri e da aprile 2024 al suo posto è stato nominato Julien Favreau, un altro ballerino della stessa compagnia di danza .
Nel 1981 il regista Claude Lelouch realizzò il film "Bolero" e inserì l'omonima coreografia creata da Béjart nella parte finale del film, dove le vite di quattro famiglie (tedesca, francese, russa e americana) si incrociano e vengono travolte dalla seconda guerra mondiale:
I loro figli invece collaboreranno, in modo inconsapevole, alla realizzazione di una serata di beneficenza per la Croce Rossa a Parigi
Oggi vi propongo la versione teatrale del "Bolero" musica di Maurice Ravel presentata in vari teatri in Europa e America e ripresa da altri coreografi (come R. Bolle alla Scala il 26 settembre 2020).
L'interprete (come nel film di Lelouch) è uno splendido Jorge Donn con il Béjart Ballet di Losanna al Palazzo dei Congressi di Madrid nel 1989
Come avevo già scritto in precedenza questo è l'ultimo post dedicato alla storia della musica dal "Recitar Cantando" sino al XX° secolo
Ringrazio tutti per le visite, mi prendo un po' di tempo per il prossimo post, e come sempre auguro un buon fine settimana a tutti
Per la ventesima puntata del viaggio in musica nei secoli oggi parlerò di Leonard Bernstein.
Da Stravinskij a Bernstein ci sono due guerre mondiali nel XX° secolo, con i drammi e i disastri che hanno causato soprattutto in Europa. Ed è un'Europa da ricostruire materialmente e moralmente dalle macerie di due conflitti tremendi, dove entrambe le guerre hanno causato la morte di quasi 80 milioni di persone da entrambi i lati dei contendenti, vinti e vincitori. È chiaro che l'ambiente musicale europeo, e non solo in Europa, è cambiato in modo oserei dire brutale.
Due conflitti che hanno fatto tabula rasa di tanti artisti (in Germania si contano 10 mila artisti morti nei campi di concentramento nazisti). Nel periodo fra le due guerre 13 milioni di persone fuggirono dall'Europa verso Canada, Nord America e Sud America. I dati più attendibili provengono principalmente dalla Croce Rossa Internazionale, dalla Biblioteca del Congresso Americano e dal altri archivi europei. Di quei 13 milioni di immigrati 7 milioni approderanno negli Stati Uniti, 3 milioni in Canada e il resto è suddiviso fra Brasile, Uruguay, Paraguay, Argentina e Perù. C'è chi scappa dal nazismo e dal fascismo, chi scappa dal franchismo nato in Spagna e chi era fuggito in precedenza dal comunismo reale dopo la caduta dello Zar.
(link generico informazioni, link libro, link emigrazione in USA, emigrazione europea in USA e altri paesi fra il 1850 e il 1914, problemi migrazione in USA dal 1933 al 1941)
In questo ambiente internazionale il 25 agosto 1918 nasce in Massachusetts il compositore, direttore d'orchestra e pianista Leonard Bernstein (il sito ufficiale) nella foto insieme alla moglie, l'attrice americana di origini costaricane Felicia de Montealegre. Molto attiva nelle lotte per i diritti civili, raccolse fondi per le Pantere Nere e fu arrestata a Washington nel 1972 per una manifestazione contro la guerra in Vietnam.
Una delle doti di Bernstein fu quella di capire il periodo che viveva. Come nel suo capolavoro "West Side Story", (di lato il poster della prima teatrale a Washington il 19 agosto 1957 al National Theatre) adattamento da "Romeo e Giulietta" di W. Shakespeare, musical ambientato a New York negli anni '50 nell'Upper West Side con le rivalità fra portoricani (gli Sharks) e una gang di ragazzi di quartiere (i Jets). Rivalità adolescenziali che fanno da specchio ai problemi dei diritti civili fra immigrati Sud Americani e i loro rivali locali bianchi. In questo musical troviamo l'odio ma anche l'amore fra Tony, un ex Jets, e Maria sorella del leader degli Sharks, l'amore fra due adolescenti che riesce a rigenerare le due generazioni.
Questo musical, che ebbe grande successo, rimase in scena a New York a Broadway per 732 repliche consecutive, ma quando fu presentato al Her Majesty's Theatre di Londra arrivò a 1038 repliche, andando ben oltre al successo americano, e poi rappresentato ovunque nel mondo. Il successo divenne ancor più importante nel 1961 con l'omonimo film con la coreografia - regia di Jerome Robbins (che aveva diretto e coreografato anche la versione teatrale) insieme al regista Robert Wise (entrambi vinsero due Oscar) interpretato da Natalie Wood e Richard Beymer. Il film ancora oggi detiene un record importante: è il musical più premiato della storia del cinema con 10 premi Oscar vinti nel 1962 (di lato il poster del film). In tutti i casi il melting pot culturale e musicale creato da Bernstein è presente sia nella versione teatrale come nel film.
Dal film "West Side Story" un estratto con il balletto "America" con le due gang he si affrontano ballando
Il secondo ascolto, sempre dal film, è "Tonight" con N. Wood e R. Beymer
Il terzo ascolto, sempre dal film, è "Maria" interpretato da R. Beymer
Importante e notevole fu anche la carriera di Leonard Bernstein come direttore d'orchestra con la New York Philharmonic Orchestra, con l'Orchestra Nazionale di Santa Cecilia a Roma (di cui fu presidente e direttore onorario) in quarant'anni di attività dal 1948 al 1989. Oppure le direzioni d'orchestra a Vienna con i Wiener Philharmoniker in un'epoca in cui aveva concorrenti del livello di Herbert von Karajan, Carlos Kleiber, Arturo Toscanini o Bruno Walter. Fu anche ideatore e conduttore di programmi innovativi per la musica in televisione.
Per la diciannovesima puntata del viaggio in musica nei secoli oggi parlerò di Igor Stravinskij, un compositore che ha cambiato il linguaggio della musica in modo radicale, e la genialità di Diaghilev.
Stravinskij insieme ad altri nomi che ho già citato nei precedenti post sono quei compositori che per la loro storia, il loro carattere e la loro musica ci portano direttamente nel nuovo secolo e cioè il 900. Nella foto un giovane Stravinskij all'epoca della prima de "La Sagra della Primavera" (fai click per un ascolto).
Parigi, Theatre des Champs Elysées. La data di riferimento è il 29 maggio del 1913 quando andò in scena la prima assoluta de "La Sagra della Primavera". La musica di Stravinskij e la coreografia di V. Nijinsky furono così moderne e innovative da creare immediatamente uno stuolo di ammiratori e un altrettanto stuolo di accaniti oppositori legati ancora alle vecchie forme della musica e della danza (fai click per vedere il balletto).
In Italia la chiamiamo "Sagra", come fosse la sagra di un paese. Ma in francese è "Le Sacre du Printemps" che significa "Il Sacrificio della Primavera"più attinente al significato originario e al tema del balletto.
La contestazione la sera della prima obbligò la compagnia di danza e il teatro a chiudere il sipario dopo i primi dieci minuti di rappresentazione, per poi riaprirlo e finire la serata. In pratica, appena aperto il sipario, dopo le prime note la contestazione fu immediata e di una tale forza che alcuni giornali dissero che, per ritrovare la stessa contestazione, bisognava addirittura tornare indietro nell'800 al fiasco della prima parigina del "Tannhauser" di R. Wagner. Ma non c'è dubbio che questo balletto, la musica e la coreografia sono "pietre miliari" del XX° secolo. Nella foto un giovane Nijinsky nel 1907.
Con Stravinskij e Nijinsky bisogna per forza parlare di Sergej Djagilev (foto di lato) genio e sregolatezza, che nel 1909 inventò i Ballets Russes ovvero un epoca di per sé irripetibile che coinvolse musica, danza, pittura e le arti figurative insieme alla letteratura. Quando arrivò a Parigi modificò il suo nome e cognome in Sergé de Diaghilev. Siamo fra il 1907, quando organizzò alcuni concerti russi a Parigi, e il 1908 quando ricevette l'incarico per la prima europea del "Boris Godunov" di Modest P. Mussorgsky interpretato da Fedor Chaliapin all'Opéra di Parigi.
L'esperienza parigina lo mise in contatto con il meglio della Parigi dell'epoca in ogni settore dell'arte e della cultura (ma anche con le precedenti avanguardie) siano essi giornalisti, operatori del settore ma anche gente molto ricca e altolocata che, più volte e nell'arco degli anni, appoggiò Diaghilev e i suoi artisti nei loro arditi progetti. Diaghilev aveva al suo fianco alcuni artisti di grande livello come Léon Bakst, Alexandre Benois e Nikolaj Roerich (autore delle scene e dei costumi della "Sagra della Primavera) e cui si aggiunsero Jean Cocteau e il poeta, librettista e sceneggiatore Boris Kochno.
Allo stesso modo i ballerini scoperti e lanciati da Diaghilev, che poi divennero tutti grandi coreografi, sono il meglio della danza del XX° secolo. Oltre a Nijinsky c'erano T. Karsavina, A. Pavlova, I. Rubinstein, S. Lifar, G. Balanchine, L. Massine, A. Dolin, M. Fokine, M. Larionov, B. Nijinska (sorella di Nijinsky) per fare alcuni nomi. Il maestro di ballo della compagnia era l'italiano Enrico Cecchetti che ha formato e ha visto tutti questi artisti diventare le nuove stelle della danza dell'epoca. Di lato un poster di quegli anni dei Ballets Russes a Parigi, che successivamente spostarono la loro sede e attività a Monte Carlo nel 1938 dove si esibivano già dal 1911.
Geniale e intuitivo, quando Diaghilev capì che stava per iniziare la prima guerra mondiale mandò la compagnia in America. Doveva essere una tournée di pochi mesi e invece durò almeno due anni, organizzando tutto da Parigi con i mezzi dell'epoca (telefono e telegrammi). Dall'incontro fra gli artisti europei e gli artisti americani nacque a New York il centro danza Denishawn dall'unione dei suoi fondatori Ruth St. Denis e Ted Shawn. Da quella scuola uscirono una moltitudine di ballerini e coreografi della modern dance fra cui Isadora Duncan e Martha Graham o il suo allievo Merce Cunningham. Nella foto di fianco Ruth St. Denis nella performance "Radha" sulla danza indiana al New York Theatre nel 1906. (per la tournée in America guarda anche questo link)
Diaghilev cercò di valorizzare la compositrice Germaine Tailleferre appartenente al gruppo dei sei (ignorata o poco conosciuta) con il suo balletto "Le Nouvelle Cythère" ma non riuscì nell'intento. Infatti Diaghilev morì a Venezia nel 1929 e lasciò l'enorme eredità di un periodo che, come ho detto, è irripetibile. A mio modesto parere il grande vantaggio di Diaghilev e dei suoi artisti consisteva nel fatto di essersi trovati in un periodo storico dove c'era tutto da fare e tutto da scoprire in vari settori nell'arte e nella cultura. E Diaghilev, come i suoi artisti, avevano le idee e la forza interiore per realizzarle.
Coloro che cercarono di proseguire il suo percorso ebbero successi che si alternarono a problemi di vario genere, anche perché dopo la morte di Diaghilev la compagnia di danza si disgregò e molti ballerini intrapresero la loro strada da solista o nella coreografia.
E Stravinskij? La sua carriera continuò ancor più di prima in Europa e in America dove si trasferì nel 1939, inizialmente invitato dall'Università di Harvard per tenere dei corsi, quando poi lasciò l'Europa a causa della seconda guerra mondiale. Decise di vivere prima a Los Angeles e poi a Hollywood sino alla sua morte nel 1971. Dalla "Sagra della Primavera" in poi la sua musica, da più di un secolo, è presente in modo stabile nella danza come nel repertorio delle più grandi orchestre sinfoniche in tutto il mondo. Di lato la foto del libro di Stephen Walsh che descrive la seconda vita del musicista.
Una Curiosità 6 gennaio 1924. A Monte Carlo i Ballets Russes stanno per mettere in scena il balletto "Les Biches" ("Le Cerbiatte") su musica di F. Poulenc coreografia di B. Nijinska. La ballerina Vera Nemchinova vuole qualcosa di nuovo per il suoi capelli e si affida a Coco Chanel (all'epoca giovane amica di Diaghilev) la quale crea il famoso taglio di capelli alla "Garçonne" (citato nel romanzo "La Garçonne" del 1922 di Victor Margueritte) che poi spopolerà in giro per il mondo. Fonte: Nuova Enciclopedia della Musica Garzanti 1986
La bibliografia musicale di Stravinskij è troppo vasta per poterne parlare in poche righe e comprende musica per balletto, opere teatrali, composizioni sinfoniche e molto altro.
Per la diciottesima puntata del viaggio in musica nei secoli parlerò del compositore e pianista Erik Satie.
Geniale, enigmatico, controcorrente, anticonformista, antidivo...e potrei usare altri aggettivi per descrivere Erik Satie che, a suo modo, è entrato nella storia della musica. Senza dubbio un compositore creativo, prolifico, ricco di idee. Nella sua musica troviamo tanti riferimenti alle avanguardie fra '800 e '900 (cubismo, dadaismo, impressionismo, neoclassicismo).
"Sono venuto al mondo molto giovane in un mondo molto vecchio" (Erik Satie)
Come ho scritto in un precedente post Satie entrò nel circolo parigino del drammaturgo poeta e scrittore Stéphane Mallarmé stringendo amicizia con lui, con alcuni "poeti maledetti" come Paul Verlaine e con il poeta Patrice Contamine de Latour. Non sopportava la Parigi delle prime teatrali e a volte arrivò anche a contestare in modo sarcastico davanti all'Opéra. Fra le varie attività musicali inventò "La Musica da Ammobigliamento", misterioso ed enigmatico genere musicale come la serie per pianoforte "Ogives" (fai click per un ascolto).
Come tanti artisti europei fra '800 e '900 fu molto attratto dal mistero e dal mondo dell'esoterismo, che si diffuse velocemente in Francia come in Inghilterra, tanto che nel 1891 insieme a C. Debussy aderì All'Ordine della Rosa Croce Estetica fondato da Joséphin Péladan (nel 1892 vi fu la prima esposizione parigina). E pensare che Erik Satie, quando entrò al Conservatorio di Musica di Parigi nel 1879, dopo i primi due anni di corsi i suoi professori lo bocciarono definendolo "Privo di talento", un destino toccato anche ad altri compositori dell'800 divenuti in seguito famosi e molto amati. (foto di lato "Erik Satie, Le Bohémien" di Ramon Casas, 1891)
I cabaret di Montmartre divennero il centro di molte attività artistiche per l'epoca, dalla musica all'arte figurativa. E quando Satie suonava in quei cabaret amava vestirsi sempre allo stesso modo in nero, cappello a cilindro e una strana quanto estrosa cravatta Lavalliére.
Anche Debussy, molto amico di Satie, compose musica quantomeno enigmatica come "La Cathédrale Engloutie" che si può tradurre come "La Cattedrale Sommersa" oppure "Inghiottita". (fai click per un ascolto al pianoforte o per orchestra).
Nel balletto "Parade" del 1917 (libretto di Jean Cocteau) Erik Satie include una macchina da scrivere nella partitura (verso la fine del balletto se non sbaglio) e la presenza della stessa nella fossa d'orchestra con gli orchestrali, un balletto voluto da S. Diaghilev per i suoi Ballets Russes. Le scene e i costumi erano di P. Picasso che dipinse anche un sipario. Guardate questo video del balletto soprattutto nella scena senza musica con il cavallo (voluta da Satie in partitura) .
L'ultima casa a Parigi dove andò ad abitare, Satie la soprannominò "L'Armadio" e aveva solo due stanze di cui una era sempre chiusa a chiave. Alla sua morte quando aprirono quella stanza vi trovarono un numero imprecisato di giornali e riviste, una sull'altra, e almeno un trentina di ombrelli tutti uguali, tutti di color nero, che lui non ha mai usato. Infatti coloro che lo conoscevano lo vedevano camminare sempre sotto la pioggia tenendo l'ombrello sotto il cappotto. Vastissimo il suo catalogo musicale.
Le sue "Gymnopédies" e le "Gnossiennes" sono conosciute in tutto il mondo In questo video ci sono i quadri di molti artisti dell'epoca di Satie