Pietro da Morrone è entrato nella storia come Papa Celestino V. Dopo la morte di Papa Niccolò IV (passato a miglior vita il 4 aprile 1292) e dopo un laborioso conclave, che per diversi mesi non riusciva a far confluire i voti dei prelati verso un nome comune, il 29 agosto 1294 Pietro da Morrone venne nominato Papa con il nome di Celestino V, ma il 13 dicembre 1294 egli rinuncia all'incarico e preferisce fare l'eremita sul Monte Morrone.

È più che probabile che Pietro da Morrone fosse conscio del rifiuto che aveva nei confronti di un certo livello di potere incluso nella nomina a Pontefice e si comportò in modo coerente con ciò che sentiva. Dopo le sue dimissioni un nuovo conclave elegge il Cardinale Benedetto Caetani come nuovo pontefice con il nome di Bonifacio VIII. Temendo l'opposizione dei Cardinali francesi, che volevano rimettere il precedente Papa al suo posto, Bonifacio VIII fece arrestare Pietro da Morrone. Egli viene a sapere delle intenzioni del nuovo Papa e cerca di fuggire in Grecia, ma il 16 maggio 1295 fu catturato a Santa Maria di Merino da Guglielmo Stendardo (Connestabile del Regno di Napoli) e messo agli arresti.

Portato davanti al nuovo Pontefice per farsi ascoltare, Celestino V lo supplicò più volte di lasciarlo andare in Grecia ma Bonifacio VIII rifiutò e lo fece riportare in prigione. Mentre lo portavano via incatenato Celestino V sussurrò contro il Pontefice le seguenti parole che risultano quanto meno profetiche:
"Otterrai il papato come una volpe,
regnerai come un leone,
morirai come un cane"
Il Papato di Bonifacio VIII è fra i più problematici della storia Vaticana. Messo in mezzo fra varie dispute dal Re di Francia Filippo il Bello, che regnava uno Stato ai limiti della bancarotta, fra le varie il Papa rifiutò le decime e le tassazioni del Re alle chiese di Francia, ma poi nel 1297 dovette cedere e accettare le tasse da pagare in caso di emergenza. I problemi continuarono su varie dispute territoriali sino all'arresto del Vescovo di Pamiers. La situazione degenerò definitivamente il 7 settembre 1303 con "Lo Schiaffo di Anagni", quando Giacomo Sciarra Colonna si recò con il suo esercito ad Anagni, dove Bonifacio VIII si era rifugiato, insieme a Guglielmo di Nogaret (cancelliere del Re Filippo il Bello) per contestare la scomunica che il Papa aveva fatto contro il Re di Francia.
In definitiva quello non fu uno schiaffo ma un vero e proprio pugno in faccia che Giacomo Sciarra Colonna sferrò contro il Papa, un gesto che voleva umiliare e oltraggiare il Pontefice, oltre a varie angherie e privazioni che subì. Anagni fu messa a ferro e a fuoco ma la cittadinanza parteggiò per il Papa difendendo la città in tutti i modi. Riuscito a fuggire, protetto dalla famiglia degli Orsini, Bonifacio VIII tornò a Roma ma morì l'11 ottobre 1303 fiaccato nel fisico da ciò che aveva subito e da malattie pregresse di cui già soffriva.
in una società dove nessuno rinuncia al proprio cadreghino
Non condividevo tutte le sue idee
però onoro il merito della sua scelta
Grazie a tutti per le visite
e Buona Settimana