domenica 11 dicembre 2022

Un Secolo fa...

Nel 1922 veniva pubblicata in Germania la prima edizione del libro "Siddhartha" di Hermann Hesse in un periodo storico diverso da oggi, ma che tuttavia anche ai nostri giorni ha ancora molto di dire e molto su cui farci riflettere.


Considerato romanzo storico di formazione, fu Massimo Mila a tradurre la prima edizione italiana del 1945 e la seconda edizione del 1975 e la casa editrice Adelphi (a cui va un elogio) ebbe una notevole lungimiranza nel pubblicarlo. La seconda edizione fu senza dubbio la più fortunata perché da allora ad oggi ha venduto non so quanti milioni di copie in Italia e nel mondo, grazie anche ad un mondo giovanile dell'epoca che rimase ammaliato e attratto da questo libro, dal suo contenuto e dal suo autore.

Devo dire che negli anni '70 non ho letto questo libro, anche se avevo la possibilità di farlo, perché era sulla bocca di tutti e ne parlavano tutti in modo incessante e martellante (oserei dire). Molti amici dell'epoca mi dicevano: "Ma come? Non hai ancora letto "Siddhartha"? Ma cosa aspetti" e tutto questo mi allontanò dalla sua lettura.

Ma in quegli stessi anni Hermann Hesse fu comunque il mio primo autore impegnato di cui affrontai la lettura insieme a Italo Calvino. Il suo primo libro che ho letto fu "Il Lupo della Steppa" e poi, nel giro di pochi mesi, comprai tutti gli altri suoi libri fra cui "Demian", "Narciso e Boccadoro", "Klein und Wagner", "Sotto la Ruota", "Gertrud", "Viaggio in India", "La Cura" e "Il Giuoco delle Perle di Vetro" che considero come il più impegnativo dei suoi libri ma forse fra i più belli.

Ho scoperto "Siddhartha" e mi sono avvicinato a questo libro a metà degli anni '80, l'ho riletto qualche anno fa e mi è piaciuto molto.

Direi che il miglior ascolto visto il tema del post è
"Within You Without You" dei Beatles scritto da G. Harrison


Grazie per le visite
Buona Domenica e Buona Settimana a tutti

17 commenti:

  1. Oh, Siddhartha. Ne ho una copia che dovresti vedere: macchie e macchioline di vari colori sulla copertina e appunti di qua e di là nell'interno. In quei tempi l'avevo imprestato e poi è passato in altre mani e in altre ancora. Miracolosamente dopo qualche anno mi è ritornato nelle condizioni che ho descritto. Ho tutti i libri che citi più varie raccolte di racconti e album Hesse dei Meridiani Mondadori.

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    1. Ciao Alberto, bentornato

      Capisco, è successo anche a me di prestare libri che poi tornano dopo lungo tempo un po' malridotti ma sempre leggibili, un po' più usati, ma (come dire) li definirei "eroici" per aver resistito a tanta usura.

      Come dicevo H. Hesse è stato il mio primo autore impegnato che ho letto (insieme a I. Calvino) di cui ho molti libri come te.

      Il tempo passa ma alcuni libri entrano nella storia, mi verrebbe da dire.
      Un salutone, grazie per la visita
      e alla prossima

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  2. Ho amato quel libro, fu mio padre a suggerirmi di leggerlo, lui che lo aveva già letto insieme a tanti altri autori super-tosti che lui divorava avidamente, amando leggere tantissimo.

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    1. Ciao Rockpoeta, bentornato

      Anche mio padre mi parlò di quel libro. Come forse ti avevo già detto tempo fa lavorava alla Libreria Di Stefano la più grande e storica libreria di Genova (che poi hanno chiuso per farci un bar...dimmi te) e, complessivamente, più di 40 anni nei libri. Conosceva i latini e gli antichi greci sin da ragazzo.

      Anch'io ho amato Siddhartha ma qualche anno dopo la seconda stampa degli anni '70. Descrive molto bene la vita del futuro Gautama - Buddha, il fatto di conoscere se stesso, il distacco dalla famiglia e dal padre Bramino.

      Grazie per la visita e alla prossima

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  3. Anch'io, e per i tuoi stessi motivi, ho letto "Siddhartha" non subito. Ne subii indubbiamente il fascino e tutte le volte che sono sul punto di fare una scelta radicale, mi viene in mente la straordinaria determinazione d Siddhartha e, inevitabilmente misuro la sua forza ( tanta ), con la mia ( insufficiente ). . :)
    Grazie per questo bel post!

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    1. Ciao Giacinta, bentornata

      Anche altri amici dell'epoca avevano avuto questo impatto con il libro, mentre la stragrande maggioranza leggeva avidamente questo capolavoro. Quindi non siamo gli unici.

      Interessante e bello l'aspetto che spieghi sulla determinazione, mi fa riflettere.

      Un salutone grazie per le tue visite sempre gradite

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  4. Una volta letto e amato Syddharta mi sono letto tutti i libri di Herman Hesse bloccandomi solo su "Il gioco delle perle di vetro". Devo anche ammettere che questa canzone dei Beatles la conoscevo pochissimo.

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  5. Ciao marcaval, bentornato

    vedo che siamo su una linea simile perché anch'io una volta letto un libro di H. Hesse comprai tutti gli altri leggendoli avidamente e anch'io mi fermai al "Giuoco delle Perle di Vetro". Questo libro l'ho capito meglio, e di più, qualche anno dopo averlo comprato.

    Ma secondo me quello era anche tutto un altro periodo diverso da oggi sia per i libri che per i lettori.

    Grazie per la visita e alla prossima

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  6. Intanto lasciami dire che sono veramente contenta per questo tuo ritorno. Mi sono mancati i tuoi commenti arguti, i tuoi post sempre fonte di riflessione e di bellezza. Bentornato!
    Posseggo questo libro da molto tempo e credo di averlo letto in un momento non appropriato, perché non ho saputo valorizzarlo a dovere. Dovrò rimediare.

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    1. Ciao Luz, bentornata

      ti ringrazio molto per il tuo commento, ho riaperto e come vedrai l'impostazione del blog è un po' diversa da prima ma non mancheranno gli aforismi, le riflessioni e altri aspetti che c'erano nel mio vecchio blog.

      Ho sempre pensato che c'è un tempo per tutto anche per le letture dei libri. Arriverà anche il momento o il periodo per te per questo libro.

      Un salutone e alla prossima

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  7. Hesse ha avuto la capacità di far avvicinare la società occidentale alla filosofia buddhista (filosofia, non religione) ma da buddhista ti dico che c'è molto, molto di più da imparare e capire. Il guaio degli occidentali è che vedono tutto in funzione del loro consumismo materiale e morale e non hanno la pazienza e l'umiltà di approcciarsi sul serio al Buddha.
    Ti auguro buone feste.

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    1. Ciao Francesca A. Vanni, bentornata

      Mi permetto di dirti che negli anni '70 la vicinanza fra oriente e occidente era molto più marcata rispetto ad oggi. Intendo dire che ci sono state tante persone occidentali (mi verrebbe da dire milioni di persone) che si sono avvicinate al Buddismo con il massimo rispetto, tanta curiosità e buoni propositi.

      Io che scrivo ho gestito per 13 anni una libreria in un centro di filosofia orientale a Milano. Ho studiato, praticato tecniche di meditazione indiane e altro in materia ma anche negli anni dell'uscita del libro di Hesse frequentavo buddisti.

      Penso che il problema di cui parli è arrivato dopo, in tempi e anni più recenti. Che il buddismo sia molto di più è fuor di dubbio, hai ragione. Ma non credo che l'intenzione di H. Hesse fosse quello di spiegare o illustrare il buddismo in un solo libro, su una materia che da sola annovera centinaia di libri di riferimento.

      Concordo su quanto hai scritto: il buddismo viene erroneamente etichettato come religione (mania del tutto occidentale). Il Buddismo per tanti aspetti è "una filosofia di vita" come viene chiamata da chi lo ha praticato in Asia per tanto tempo. Quindi hai ragione: una filosofia non una religione.

      Grazie per la visita e alla prossima

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    2. Ciao!
      Commento anche qui, come ho fatto sul mio blog :-)

      Mi ha fatto piacere scoprire che effettivamente sei in contatto con la cultura orientale e le sue sfaccettature perché, purtroppo, spesso si ha a che fare con persone molto superficiali che credono che il buddhismo sia solo una moda.
      Esempio classico: quelli che sparano a zero cavolate cosmiche sul karma.

      Io sono del 1984, ammetto di non aver vissuto gli anni 60 e 70 e quindi mi fido ciecamente di quello che dici.
      Doveva essere un bel periodo.

      Ti auguro ancora buone feste, a dopo Natale!

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    3. Ciao Francesca A. Vanni, bentornata

      Grazie a te e al tuo commento di cui condivido tutto (anch'io non sopporto quelli che sparano cavolate cosmiche sul karma).

      Ricambio volentieri gli auguri
      Un salutone e a dopo le feste

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  8. Un libro di "formazione" che non deve mancare nella propria libreria. Il brano firmato da G. Harrison si sposa benissimo con questo richiamo ad oriente. Per inciso, G. Harrison era il Beatles che preferivo... grazie e a presto

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  9. Ciao Berica, bentornata

    È uno di quei libri che, appunto come dicevi anche tu, non deve mancare per tanti motivi. Allora ho scelto bene il brano musicale, ma ne ero sicuro. Anche a me G. Harrison mi piaceva soprattutto per il suo impegno (come per il concerto per il Bangladesh) e per la sua vicinanza all'India.

    Grazie carissima per le visite
    e alla prossima

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  10. Ciao Valeria, bentornata

    Si l'ho letto ma un po' di anni fa, cioè fra gli anni '70 e '80. E' un bel libro e l'idea del ritorno alla natura fa parte della letteratura e dei libri di H. Hesse.

    Ciao anche a te e alla prossima

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